Canti della Via Crucis
e della Settimana Santa

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Notizie storiche sui canti

Per dovere di cronaca dobbiamo annotare che fino a qualche anno fa non esisteva uno studio storico sui canti della Via Crucis e della Settimana Santa che vengono eseguiti a Belvedere e se esistevano, io non ne ero a conoscenza,

Non mi sono mai imbattuto, infatti, in libretti o documenti che si ponevano la questione canti dal punto di visto storico, cioè che davano informazioni o notizie sugli’autori dei testi e delle musiche.

Da qualche anno, perciò, ho inziato una serie di ricerche e studi con lo scopo di fare luce su questo argomento e tranne che per alcuni casi, non è stato facile arrivare a qualche risultato concreto e affidabile, ma non definitivo.

Oggi, grazie a queste ricerche, possiamo iniziare a dire qualcosa sugli autori. Lascio la suddivisione dei canti così come è stata fatta in questa pagina.

CANTI VARI

Conosciamo sia l’autore dei testi che delle melodie dei canti “Gesù mio con dure funi” e “O fieri flagelli”.

Entrambi i canti sono opera di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787) e quindi possiamo datarli nella seconda metà del XVIII secolo.

L’origine è questa, anche se è probabile che i testi di questi due canti così come oggi vengono eseguiti in varie parti d’Italia, potrebbero essere frutto di elaborazioni successive, a meno che lo stesso Sant’Alfonso abbia scritto due versioni: una per l’opera denominata “Cantata della Passione secondo Sant’Alfonso Maria de’ Liguori” e l’altra per i cori parrocchiali.

Il canto “Ai tuoi piedi” è comunemente attribuito al sac. Birilli, seguace di Sant’Alfonso, e databile, quindi, al XIX secolo. Non conosciamo, però, l’autore della musica.

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Annotazione. Per quanto riguarda le melodie e quindi le musiche, c’è un comune denominatore che vale quasi per tutti i canti di questo periodo (XVIII-XIX sec.) e quindi non lo ripeterò più:

nei casi in cui l’autore è ignoto, ci sono buone probabilità che a scrivere la musica sia stato un musicista locale. Nella maggior parte dei casi, infatti, scopriamo che mentre i testi sono gli stessi la melodia, invece, varia da luogo a luogo.

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Il canto “Stava Maria dolente” è attribuito a Evasio Leone (1765-1847) e quindi databile al XVIII secolo, su parafrasi dello Stabat Mater di Iacopone da Todi (XIII secolo).

Alcuni attribuiscono la musica di questo canto al compositore veneziano Antonio Lotti (1667-1740) ma come risulta dagli anni in cui sono vissuti, le due cose sono incompatibili. Come può aver messo in musica il maestro Lotti testi del Leone nato 25 anni dopo la morte del Lotti?

Infine, del canto “Mio Barbaro Cuor”,  ad oggi, non conosciamo né l’autore del testo né quello della musica.

CANTI DELLA VIA CRUCIS

Per quanto riguarda questi canti, oggi sappiamo che esistono diversi gruppi cosituiti da 15 canti (canto introduttivo + un canto per ognuna delle 14 stazioni).

Io ne ho trovato 6. Li distinguerò con l’incipit introduttivo di ciascuno di essi, indicando, tra parentesi, l’anno della prima pubblicazione in cui li ho trovati oppure quello della probabile loro prima pubblicazione e l’autore, se noto.

“L’Orme sanguigne” (che è quello cantato a Belvedere, 1733), “Al Sagro Monte di Mirra ombroso” (1748), “Di Tua Passione le Pene” (1775), Teco vorrei, Signore” (1790, Luigi Antonio Locatelli (1711-1780)), “Di lacrimose stille” (1816), “Salve, o Croce avventurosa” (importante perché di questo gruppo fa parte il canto “Alla Croce”, cantato solo all’XI-esima stazione dell’ultima Via Crucis dell’anno).

Molto probabilmente il gruppo più antico è “L’Orme sanguigne” e l’autore potrebbe essere un ignoto frate Francescano che lo ha composto nella prima metà del XVIII secolo.

Le prime Via Crucis (1628ca-1700ca) probabilmente erano costituite dalla descrizione della stazione, da una meditazione e dalle preghiere finali. Poi gradatamente furono introdotte le strofe recitate dello Stabat Mater, poi cantate e infine fecero la loro comparse le canzoncine.

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Annotazione. I testi dei canti che vengono eseguiti a Belvedere, sono leggermente diversi da quelli che si trovano nelle pubblicazioni sette-ottocentesche. Ciò è sicuramente dovuto al fatto che essi, inizialmente, si sono tramandati oralmente da persona a persona, da cantore a cantore, e quindi hanno subito delle modifiche involontarie dovute o a ricordi errati oppure a interpretazioni anch’esse errate.

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 Non sappiamo nulla sugli intermezzi (“Santa Madre deh Voi fate” e “Gesù, Gesà mio bene”)

Sappiamo, invece, che il canto eseguito alla fine del rito, durante  la benedizione finale (“Io ti adoro, o Santa Croce”) in realtà non è stato composto per la Via Crucis.

E’ stato composto, infatti, intorno al 1750 da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori per il rito detto “Del piantar Croci”, un rito proprio dei padri Redentoristi, ordine fondato dallo stesso Sant’Alfonso.

CANTI DEL MERCOLEDì SANTO

I canti del Mercoledì Santo sono il Benedictus e il Miserere. Qui non c’è bisogno di fare ricerche sugli autori dei testi perché sappiamo che fanno parte della Bibbia. Si tratta, rispettivamente, del Cantico di Zaccaria, che si trova nel Vangelo di Luca, e il Salmo 51.

Per la musica vale quanto detto per quelli di cui ignoriamo l’autore.

CANTI DEL GIOVEDI’ SANTO

Il canto “Umile Ostia” è stato composto da Alessandro Manzoni nel 1832.

Non conosciamo né l’autore dei testi né quelli della musica dei canti “E’ sirato” e “Croce”.

Il canto “Di mille colpe reo” fa parte del gruppo delle “Ultime 7 Parole” che vedremo successivamente.

LE 7 ULTIME PAROLE DI CRISTO SULLA CROCE

Questo gruppo di 8 canti (introduzione + 7 canti uno per ogni Paorola) viene comunemente attribuito al poeta romano Pietro Metastasio (1698-1782).

I testi effettivamente si rifanno all’opera “Passione di Gesù Cristo nostro Signore” del Metastasio, pubblicata nel 1738.

 

(tratto da “Ipotesi sulla Settimana Santa di Belvedere Marittimo” di F. Liporace)