Casa natale di San Daniele

Nota: le foto di queste pagine sono in gran parte quelle originali del 1999/2000 lasciate per motivi “storici”.

Giuseppe Grisolia nel suo libro “Belvedere Marittimo” del 1980, ritiene che la tradizione che il “fundaco della Vallata” sia stata la casa natale di San Daniele non va al di là del secolo XIX e riferisce di aver letto in “documenti inediti” che detto fundaco fu acquistato nel 1798 da un certo d. Emiliano Cirio che lo adibì a forno. Nel 1852 venne trasformato in frantoio e nel 1856 ritornò ad essere abitata come lo era in origine.

Su questi documenti, comunque, riferisce il Grisolia, non c’è nessun accenno al fatto che la casa fosse la casa natale del santo.

Vincenzo Nocito, che scrive nel 1950, sostiene che in questa casa, “come porta la costante tradizione, nacque il santo concittadino e dove per molti anni fu conservato un antico ritratto di lui”. “…come segno evidente che Dio non voleva contaminato quel luogo dove aveva respirato le prime aure di vita un luminare del Cristianesimo, un prodigio vi avveniva perché ogni anno moriva la mula addetta al giro della mola…” del frantoio di olive che vi era stato costruito.

Umberto Iaconangelo, in una sua monografia dedicata al Convento di San Daniele, pubblicata nel 1964, dà la notizia per acquisita e riferisce solamente che “nel 1953 alcuni vani semidiruti della casa natale del Santo, donati generosamente da privati proprietari che ne erano in possesso, furono trasformati in chiesa”.

Cono Araugio nella sua preziosissima opera “Belloviderri” del 2007, ha molte perplessità al riguardo sia perché la famiglia Fasanella era di nobili origini (aveva la signoria di Morano, Cirella, Grisolia e altri centri) sia perché all’interno delle mura della città c’è una casa sul cui portale di ingresso vi è lo stemma in pietra dei Fasanella.

Dobbiamo osservare, infine, che Giuseppe Petrellis nel suo manoscritto del 1631 pur attestando che San Daniele era patrono della città, non accenna minimamente alla ubicazione della casa natale di San Daniele, confermando in qualche modo che questa tradizione è piuttosto recente (ripetiamo secolo XIX).

E’ POCO PROBABILE, quindi, non avendo a disposizione nessun elemento storico, che la casa di cui stiamo parlando sia quella in cui è nato San Daniele, ma ci piace immaginare, comunque, pensando agli episodi delle morti delle mule impiegate nel frantoio, quanto questi eventi abbiano impressionato i nostri concittadini al punto da convincerli ad attribuirli a fatti miracolosi e collegarli alla casa natale del santo.

La casa natale di San Daniele – ingresso

Altare

Ingresso grotta

Grotta – Visione del martirio (1960-1964 scultura in pietra di Vicenza)

Altare – “antico” quadro di San Daniele

Riproduzione della Madonna del Castello di Castrovillari

“S.Maria del Castello che nel 1227 S.Daniele ed i compagni S.Samuele,

S.Angelo e S.Donnolo da Castrovillari fervidamente pregarono

prima della partenza dalla Calabria andando incontro al martirio.

Fu incoronata dal Cap. vaticano nel 1954 Patrona di Castrovillari”.

Madonna del Castello – Castrovillari(CS)

Affresco, che la tradizione fa risalire a periodo antecedente il 1090

(anno del suo miracoloso ritrovamento) ma che alcuni studiosi

ritengono postumo alla costruzione della chiesa (XIII sec.)

La casa natale prima del restauro del 1953