Casa natale di San Daniele

La Casa Natale di San Daniele Fasanella di Belvedere (che da ora in poi verrà indicata anche solo con Casa Natale) ha più un valore simbolico che storico.

Se da un lato Belvedere Marittimo, infatti, rivendica giustamente la paternità di San Daniele non essendoci quasi nessun dubbio sul fatto, accettato dalla maggioranza degli storici, che fosse originario o comunque proveniente da questa comunità, dall’altra qualche dubbio lo incontriamo nell’individuare la sua Casa Natale.

Dalle importantissime ricerche condotte da Cono Araugio e pubblicate nel 2006 sul libro “Belloviderii” emerge che la localizzazione della Casa Natale nella zona del centro storico denominata “Vallata”, risale solo alla prima metà del 1800. Non va oltre.

La casa della “Vallata”, “sotto il Percio”, infatti, secondo l’Araugio, è indicata per la prima volta come luogo dove “aprì gli occhi” il nostro Santo, in un atto notarile del 1852.

Sarebbe poco probabile, inoltre, sempre secondo l’autore di “Belloviderii”, che la famiglia Fasanella, di nobili origini, potesse abitare in una casa così piccola e umile e indica, come più probabile, quella che è ubicata in via Granata, nel cuore del centro storico, sul cui ingresso si trova uno stemma scolpito su pietra, attribuibile alla famiglia Fasanella.

Sulla Casa Natale, inoltre, non troviamo nessuna indicazione in “De antiquitate et situ Calabriae” opera di Gabriele Barrio pubblicata nel 1571, dove non ho trovato neppure un qualche accenno al fatto che San Daniele era originario di Belvedere.

Nessun accenno nemmeno da parte di Fra Girolamo Marafioti nella sua opera “Croniche et antichità di Calabria” del 1601, né da Padre Giovanni Fiore in “Della Calabria illustrata” del 1691.

Lo storico locale, Vincenzo Nocito, nella sua notissima “Memorie e studi sulla città di Belvedere Marittimo”, pubblicata nel 1950, sostiene con certezza, invece, che la Casa Natale di San Daniele è quella che si trova “nel vicolo presso la Vallata”, come “da costante tradizione”, dove fino ad un secolo prima, c’era stato un frantoio.

In questi locali, inoltre, continua il Nocito, “per molti anni fu conservato un antico ritratto” del Santo.

Il Nocito non dà indicazioni documentali sulla sua tesi che, invece, sembra, faccia risalire ad un fatto miracoloso che vi accadeva, e cioè che ogni anno “moriva la mula addetta al giro della mola” come segno divino della profanazione del luogo.

Anche Giuseppe Grisolia, come Cono Araugio, nella sua opera “Belvedere Marittimo”, pubblicata nel 1980, sostiene che la “credenza che il “terraneo” o “fundaco della Vallata” fosse stata la casa natale di San Daniele, non vada oltre il secolo XIX.

Il Grisolia, inoltre, come ha “letto in documenti inediti che non accennano alla circostanza”, elenca una breve cronologia della destinazione d’uso della casa: forno dal 1798, frantoio dal 1852, ritorno ad abitazione dal 1856.

Un’interessantissima notizia sulla Casa Natale di San Daniele, se pur indiretta, ce la fornisce il sacerdote Domenico Martire (1634-1705) vissuto nel XVII secolo, nella sua opera “La Calabria Sacra e Profana”, manoscritto della fine del 1600, pubblicato postumo nel 1876.

Domenico Martire riferisce che in un processo promosso nel 1680 da padre Fra Bonaventura da Mongrassano, Riformato, i cui atti erano all’epoca conservati nell’Archivio Vescovile di San Marco, “sta provato che San Daniele fosse di detta famiglia Fasanella di Belvedere; e che la sua casa fosse sita un tempo in quel luogo detto la Valletta; e che in tempo della sua partenza dalla marina di Belvedere fatto avesse un miracolo, cioè di fare scaturire una fonte d’acqua sopra certo scoglio; ove anche si dice che lasciato avesse i vestigii dei suoi zoccoli”.

La notizia è doppiamente importante sia perché “il processo” del 1680 è coevo all’autore che riporta, quindi, fatti di sua diretta conoscenza, sia perché abbiamo l’informazione che si parlava della Casa Natale nella “Vallata” (l’autore la indica con “Valletta”) già alla fine del 1600 e, dunque, almeno un secolo prima del 1800.

Nell’archivio privato Jaconangelo si trovano alcuni documenti dai quali è possibile ricostruire le ultime vicende riguardanti la trasformazione della Casa Natale in Cappella.

Nel 1951 i proprietari donarono i locali per la trasformazione in Cappella e si costituì un comitato cittadino “Casa S. Daniele” incaricato di raccogliere i fondi necessari per i lavori di restauro e trasformazione.

I lavori si conclusero nel 1953 e il 12 ottobre in una cappella ancora priva di arredi e altre opere di completamento, si celebrò la prima S. Messa, autorizzata 10 giorni prima dall’Arcivescovo di Cosenza in qualità di vicario della sede episcopale di S. Marco, all’epoca vacante per la morte improvvisa del vescovo mons. Michele Rateni.

Tra il 1956 e il 1958 vennero installati il cancello in ferro di ingresso e l’altare contenente le reliquie ex ossibus del Santo. Dietro l’altare, in alto, si trova una tela raffigurante S. Daniele, risalente alla fine del 1800.

All’entrata, sopra il cancello, un pannello in ceramica con la scritta “Casa natale di S. Daniele” opera dell’artista locale Pino La Fauci e dei suoi allievi, installato nel 1962 .

Nella grotta della cappella vi è una scultura in pietra di Vicenza realizzata nel 1958-1960 che raffigura S. Daniele in preghiera davanti al Crocifisso, dopo aver posato il libro del Cantico delle creature, con un Angelo che gli porge la corona del martirio.

Vi è poi una riproduzione della Madona del Castello di Castrovillari innanzi alla quale la tradizione vuole che i Santi Martiri si raccolsero in preghiera prima di partire per Belvedere da dove si imbarcarono per la loro missione.

All’interno della chiesetta troviamo anche un bassorilievo che rappresenta episodi del martirio, opera dell’artista Antonio Gaglianone del 1962 e un altro bassorilievo dei Santi martiri rinchiusi nel carcere di Ceuta dove vengono torturati e dove si compie il loro primo miracolo, opera dell’artista Vincenzo Nappi del 1970-75.

Nella sagrestia, infine, una giara di terracotta che si ritiene risalente al periodo in cui vi era il frantoio.

 

Aggiornamento del 14/05/2024

Nota: le foto di queste pagine sono in gran parte quelle originali del 1999/2000 lasciate per motivi “storici”.

La casa natale di San Daniele – ingresso

Altare

Ingresso grotta

Grotta – Visione del martirio (1960-1964 scultura in pietra di Vicenza)

Altare – “antico” quadro di San Daniele

Riproduzione della Madonna del Castello di Castrovillari

“S.Maria del Castello che nel 1227 S.Daniele ed i compagni S.Samuele,

S.Angelo e S.Donnolo da Castrovillari fervidamente pregarono

prima della partenza dalla Calabria andando incontro al martirio.

Fu incoronata dal Cap. vaticano nel 1954 Patrona di Castrovillari”.

Madonna del Castello – Castrovillari(CS)

Affresco, che la tradizione fa risalire a periodo antecedente il 1090

(anno del suo miracoloso ritrovamento) ma che alcuni studiosi

ritengono postumo alla costruzione della chiesa (XIII sec.)

La casa natale prima del restauro del 1953