Speciale Settimana Santa:
CANTI VARI

AVVERTENZA: i testi dei canti che qui riportiamo sono quelli che da anni si utilizzano a Belvedere Marittimo e, dunque, non sono state prese in considerazione le differenze che sono emerse dopo i recenti studi e ricerche sui canti della Via Crucis e della Settimana Santa, differenze dovute essenzialmente al fatto che spesso essi si sono tramandati oralmente da persona a persona, da cantore a cantore.

Un’ “evoluzione” che possiamo dire “fisiologica”.

AI TUOI PIEDI

Ai Tuoi piedi, o bella Madre, verso pianto di dolore,

< per me prega il Divin Padre, in Te sola ha speme il cor. > (2 volte)

 

Una stilla almen del sangue, che versava il Tuo Gesù,

< mi conforti il cuor che langue, mi conceda ancor virtù. > (2 volte)

 

Ah! Seguir vorrei Tuo Figlio, il mio sangue ancor versar,

< ma nell’ora del periglio, sento il cor in sen tremar. > (2 volte)

 

Dal calvario sulla via, con Te voglio almen venir,

< e spirar con Te, Maria, contemplando il Tuo patir.> (2 volte)

 

Or al Figlio che ferito, tutto è sangue in faccia a Te,

< offri un guardo impietosito, una lacrima per me. > (2 volte)

 

Tu sei Madre del dolore, degli afflitti sei consol,

< hai per me trafitto il core, per me in croce il Tuo Figliol. >(2 volte)

 

Tra i cipressi ogn’or mi aggiro, ove mesto passo i dì,

< sarò Teco nel martirio, ove il Figlio Tuo morì. > (2 volte)

 

Io L’offesi e i falli miei, finché vivo piangerò,

< ma se Madre ancor mi sei, io perdon Ti chiedo e avrò. > (2 volte)

EVVIVA LA CROCE

Evviva la croce, la croce evviva.

Evviva la croce e chi la portò.

Evviva la croce, sorgente di gloria,

eterna memoria del mio Redentor.

 

Evviva la croce…..

 

La croce diletta da pochi bramata,

fan l’alma beata di chi la cercò.

 

Evviva la croce…..

 

Con sommo trionfo in ciel esaltata,

di luce adornata un dì ti vedrò.

 

Evviva la croce…..

 

Sarai per gli eletti dolcezza e contento,

affanno e spavento per chi ti sprezzò.

 

Evviva la croce…..

GESU’ MIO CON DURE FUNI

Gesù mio, con dure funi come reo chi Ti legò?

< Sono stati i miei peccati, Gesù mio perdon pietà! > (2 volte)

Gesù mio, la bella faccia chi crudele Ti schiaffeggiò?

Sono stati i miei peccati,…..

Gesù mio, di fango e sputi chi il bel volto Ti imbrattò?

Sono stati i miei peccati,…..

Gesù mio, tue belle carni chi spietato Ti flagellò?

Sono stati i miei peccati,…..

Gesù mio, la nobil fronte chi di spine T’incoronò?

Sono stati i miei peccati,…..

Gesù mio, sulle Tue spalle chi la croce Ti caricò?

Sono stati i miei peccati,…..

Gesù mio, la dolce bocca chi di fiele T’amareggiò?

Sono stati i miei peccati,…..

Gesù mio, le sacre mani chi con chiodi Ti trapassò?

Sono stati i miei peccati,…..

Gesù mio, quei stanchi piedi chi alla croce Ti inchiodò?

Sono stati i miei peccati,…..

Gesù mio, l’amante core con la lancia chi Ti passò?

Sono stati i miei peccati,…..

O Maria, quel Tuo bel Figlio chi l’uccise e Tel rubò?

< Sono stati i miei peccati, o Maria, perdon pietà! > (2 volte)

Gesù mio, con dure funi

(tratto da “Cantata della Passione” secondo Sant’Alfonso M. de Liguori)

Proponiamo qui uno stralcio tratto dalla composizione musicale “Cantata della Passione” (nota anche come “Duetto tra l’Anima e Gesù Cristo“) che fu composta (sia parole che musica) nel 1760 da Sant’Alfonso M. de Liguori.

La musica fu ritrovata nel 1860.

Quello che proponiamo è il brano “Gesù mio con dure funi“.


Gesù mio, con dure funi

come reo chi ti legò?

Sono stata io l’ingrata,

oh mio Dio, perdon, pietà! (2 volte)

O Maria, il tuo bel Figlio

chi l’uccise, e tel rubò?

Sono stata io l’ingrata,

o Maria, perdon, pietà! (2 volte)

MIO BARBARO CUOR

Mio barbaro cuor, mio barbaro cuor,

la morte spietata tu desti al Signor;

squarciasti le vene al caro mio bene

che langue, che langue,

che muore, che muore, che spira per Te,

che langue che muore, che spira per Te.

 

Feroce oppressor, feroce oppressor,

ricopriti almeno di santo rossor;

deh! Piangi e sospira, contempla e rimira,

la croce, la croce,

le spine, le spine, qual sangue versò,

la croce le spine, qual sangue versò.

 

E’ vero, Signor, è vero, Signor,

pietà per me spera dolente il mio cuor;

d’amor non s’accese, per quanto T’offese,

l’ingrato, l’ingrato,

mio cuore, mio cuore, deh! Abbi pietà,

l’ingrato mio cuore, deh! Abbi pietà.

 

Mio amato Signor, perdonami ancor,

mio amato Signor.

O FIERI FLAGELLI

O fieri flagelli, che al mio buon Signore,

le carni squarciate con tanto dolor.

 

Non date più pene al caro mio bene

non più tormentate l’amato Gesù:

< ferite, ferite, ferite quest’alma

ferite quest’alma che causa ne fu. > (2 volte)

 

O spine crudeli, che al mio buon Signore,

la testa pungete con tanto dolor.

 

Non date più pene al caro……

 

O chiodi spietati, che al mio buon Signore,

pie’ e mani passate con tanto dolor.

 

Non date più pene al caro……

 

O lancia tiranna, che al mio buon Signore,

il fianco trafiggi con tanto dolor.

 

Ti bastin le pene già date al mio bene

non più tormentate l’amato Gesù:

< Trafiggi, trafiggi, trafiggi quest’alma

trafiggi quest’alma che causa ne fu. > (2 volte)

O fieri flagelli

(tratto da “Cantata della Passione” secondo S.ant’lfonso M. de Liguori)

Proponiamo qui uno stralcio tratto dalla composizione musicale “Cantata della Passione” (nota anche come “Duetto tra l’Anima e Gesů Cristo”) che fu composta (sia parole che musica) nel 1760 da Sant’Alfonso M. de Liguori.

La musica fu ritrovata nel 1860.

Quello che proponiamo è il brano “O fieri flagelli“.


O fieri flagelli, che al mio buon Signore

le carni squarciate con tanto dolore,

non date più pene,

al caro Gesù,

ferite quest’alma, che causa ne fu.

O spine crudeli, che al mio buon Signore

la testa pungete con tanto dolore,

non date più pene,

al caro mio Bene,

non più tormentate l’amato Gesù:

ferite quest’alma, che causa ne fu.

O spine crudeli, che al mio buon Signore

la testa pungete con tanto dolore,

non date più pene,

al caro Gesù,

ferite quest’alma, che causa ne fu.

STAVA MARIA DOLENTE

 

Stava Maria dolente senza respiro e voce

mentre pendeva in croce del mondo il Redentor;

e nel fatale istante crudo materno affetto

< le trafiggeva il petto, le lacerava il cuor. > (2 volte)

 

Qual di quell’alma bella fosse lo strazio indegno,

no, che l’umano ingegno immaginar nol può;

vedere un figlio, un Dio, che palpita, che muore,

< sí barbaro dolore qual madre mai provò. > (2 volte)

 

Alla funerea scena chi tiene il pianto a freno

ha un cuor di tigre in seno, o cuor in sen non ha.

Chi può mirare in tante pene una madre, un figlio,

< e non bagnare il ciglio e non sentir pietà. > (2 volte)

 

 

Altra versione dell’ultima strofa:

 

O dolce Madre e pura, fonte di santo amore

< parte del Tuo dolore fa’ che mi scenda in cor. > (2 volte)

TI SALUTO O CROCE SANTA

 

Ti saluto, o croce santa,

che portasti il Redentor,

gloria, lode, onor ti canta

ogni lingua ed ogni cuor.

 

Sei vessillo glorioso di Cristo,

sei salvezza del popol fedel,

grondi sangue innocente sul Cristo,

che ti volle martirio crudel.

 

Ti saluto, o croce santa,…..

 

Tu nascesti tra braccia amorose

di una Vergine Madre, o Gesù,

Tu moristi tra braccia pietose

di una croce che data Ti fu.

 

Ti saluto, o croce santa,…..

 

O Agnello Divino, immolato

sull’altar della croce, pietà.

Tu che togli del mondo il peccato,

salva l’uomo che pace non ha.

 

Ti saluto, o croce santa