Chiesa SS. Rosario o San Giacomo

eretta nel 1091, fu, forse, il primo luogo di culto della cittadinanza. Nel 1806 subì il saccheggio dei francesi che rubarono tutti gli oggetti di valore della confraternita del Rosario che ivi si era istituita subito dopo la battaglia di Lepanto del 1571. La chiesa è stata interamente restaurata, sia nelle strutture architettoniche che nelle opere artistiche, nel 1978-79 ad opera della soprintendenza di Cosenza.

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Nota: le foto di queste pagine sono in gran parte quelle originali del 1999/2000 lasciate per motivi “storici”.

S.MARGHERITA d’Antiochia di Pisidia (foto 20): all’entrata, sulla parete di destra; si tratta di affresco datato 1513, opera di ignoto affrescatore meridionale, raffigurante S.Margherita (chiamanata Marina in oriente) d’Antiochia di Pisidia, nata nel 275 e decapitata il 20 luglio del 290, patrona delle donne incinte e venerata come patrona delle città di Licodia Eubea (Catania) e Montefiascone (Viterbo).

Annotiamo che non può trattarsi di S.Margherita da Cortona, così come ritenuto erroneamente, almeno da circa 30 anni (a partire dal 1977). Questa santa, infatti, vissuta dal 1247 al 1297, è stata canonizzata da papa Benedetto XIII nel 1728 e quindi ciò è in assoluto contrasto con la datazione 1513 dell’affresco che, dunque, se così fosse, la avrebbe “proclamata santa” quasi due secoli prima della sua canonizzazione ufficiale. Del resto ci viene in aiuto anche l’iconografia classica che raffigura S.Margherita da Cortona insieme ad un cane, mentre raffigura S.Margherita d’Antiochia di Pisidia in piedi su un drago, proprio come nel caso del nostro affresco. Per semplice curiosità riferiamo che a questa santa, il cui culto, pare, sia stato soppresso nel 1960 (fonte: Grande dizionario illustrato dei Santi, edizioni Piemme, 1991), è riconosciuta la virtù di intercessione per un parto facile alle donne che la invocano prima dell’inizio delle doglie, una devozione nata dalla leggenda secondo la quale S.Margherita avrebbe squarciato con una croce il ventre del demonio che, sotto forma di drago, l’aveva inghiottita.

L’affresco è stato riportato alla luce casualmente nel 1951 durante alcuni labvori di restauro della chiesa.

PALA D’ALTARE (foto 21): dietro l’altare principale; pala d’altare in legno intagliato del XVIII secolo che contiene 15 scomparti con tele raffiguranti i misteri del Rosario, opera di pittore locale del sec. XVIII. Le sei tele inferiori, rubate nel 1998, sono state rifatte da artista locale.

Purtroppo siamo costretti ad annotare che il 29 maggio 2003 c’è stato un ulteriore furto che ha mutilato la pala d’altare privandola di tutte le tele e di una serie di decorazioni in legno. Oggi la pala d’altare si presenta completamente spoglia.

MADONNA DEL SS.ROSARIO: 04/09/2010, la statua della Madonna del SS.Rosario così come si presenta oggi dopo il recente restauro (aprile 2010) che ha fatto venire alla luce i precedenti motivi decorativi eseguiti con la tecnica detta “estofado de oro”, una tecnica decorativa di origine spagnola (in uso dal quattrocento fino al settecento) con la quale la superficie intagliata veniva ricoperta da uno strato di foglia d’oro zecchino e poi ridipinta con colori a tempera che, successivamente asportati, facevano emergere l’oro sottostante.

ALTRE OPERE

EDICOLA E STATUA DI S.ANNA: edicola in legno intagliato del secolo XVII e statua in gesso raffigurante S.Anna con la Vergine Maria in braccio, opera di ignoto artista calabrese del secolo XIX